5 affermazioni ambigue sulla SEO
Ogni anno gli uomini che lavorano sul web sono investiti da una pioggia di annunci su come cambierà il web grazie (o per colpa di) al nuovo algoritmo o alla nuova funzione di Google. E così, periodicamente, dagli account ufficiali di Google e delle persone che ci lavorano partono delle dichiarazioni o risposte a domande che iniziano a correre per la rete e diventare quasi legge. Una di queste persone è ovviamente Matt Cutts, capo del team anti-spam di Google, uomo che fa impazzire i SEO ed i webmaster che cercano di seguire le regole e che è odiatissimo invece dai Black Hat Seo.
Il problema è poi che una affermazione contestuale ad un discorso di Matt Cutts o qualcun’altro in alto nelle gerarchie di Mountain View diventa materia per articoli: alcuni citano la fonte e riportano la frase a titolo di inventario, altri li analizzano minuziosamente, altri ancora invece vengono usati dagli addetti ai lavori per riempire la pubblicazione settimanale del blog con una bella lista di consigli SEO freschi freschi senza approfondirli, facendoli diventare una “Bibbia” che si cancella solo a forza di pratica, esperimenti ed errori.
Ecco una lista di affermazioni sulla SEO che devono farci riflettere. Ovviamente nessuno sta dicendo che siano giuste, sbagliate, che vadano seguite o no, ma le riporto solo come spunto di riflessione.
1.Google Authorship è il futuro e rivoluzionerà le ricerche.
Lo aveva detto Eric Schmidt all’inizio del 2013, dicendo che addirittura i profili con più autorità avrano posizionamenti migliori. Qualche mese dopo Jhon Mueller cambia idea e dice che assolutamente non influenza il ranking. Matt Cutts è rimasto come sempre vago sul tema, dicendo che ancora la cosa era in fase di studio. I fatti però dicono un’altra cosa: Google sta già eliminando gli avatar dai risultati di ricerca, “restringendo” una delle funzioni più apprezzate di Autorship che studi con l’eye-tracking hanno dimostrato essere influente per aumentare i click.
2. Fare guest post porta a penalizzazioni. Anzi no serve per migliorare il posizionamento, ma mentre lo fai non devi pensare al posizionamento.
Ok questa è facile da capire, Matt Cutts quando ha parlato del Guest Posting in chiave negativa usando titoli come “decay and fall” (il declino e la caduta) ha esagerato. Forse voleva dire che è importante coltivare relazioni con i blog ed esporre i propri testi per migliorare il proprio brand ma non bisogna fare guest post solo per ottenere backling. O forse no…?
3. Dobbiamo migliorare il Page Rank, che misura l’autorevolezza ed è tra i fattori di posizionamento.
Google non aggiornerà il Page Rank nel 2014, Cutts ha risposto ad un follower di Twitter “Sarei sorpreso se accadess”. Sempre vago e criptico però che ne sarà di tutti quelli che lavorano per migliorare il PR se Google dovesse improvvisamente abbandonarlo? Segnali che fanno temere il peggio ci sono: oltre al mancato aggiornamento Google non ha mai offerto una App ufficiale per misurarlo da Chrome ed ha tolto la funzione alla Toolbar di Firefox?
3. La SEO diventa sempre più Umana, dimentica link e keyword e scrivi per gli esseri umani.
Se non uso parole chiave come faccio a farmi trovare per una determinata chiave di ricerca? Cosa faccio mando messaggi telepatici agli “esseri umani” cercando di interpretare i loro desideri? E poi su quali valori Google assegnerà il posizionamento senza i link: cioè se mi fermo ed aspetto che le persone arrivino e mi linkino naturalmente con centinaia di migliaia di competitor posso farmi ibernare da adesso no?
4. CONTENT IS KING
Quindi se il codice non è ottimizzato, ho link da siti considerati spammosi, con i contenuti mi salvo?
5. Concentrati sui guadagni e non sul posizionamento
Matt Cutts come sempre con le sue belle frasi “revenues not ranking” ci sorprende: ma Matt come riesco ad avere guadagni se sono nella pagina di ricerca numero 2000?